mercoledì 27 gennaio 2016

Io a chi apparetengo? A proposito di Family Day e lettere aperte.

Scrivo perché un carissimo amico mi ha detto che secondo lui sono tutte cose sensate quelle che  elenca la lettera aperta in risposta a quella inviata al direttore del Corriere della Sera che riporto in calce.
Può darsi che lo siano.

C'è però una cosa molto semplice che occorre chiedersi: io a chi appartengo?
Se mio padre, con un tono pacato che riconosco essere un miracolo per il tempreamento nervoso che ha, mi dice: "Guarda hai ragione, è una situazione tremenda, ma c'è altro, guarda più in là, non fermarti all'apparenza, a quello che ti sembra essere assolutamente necessario, non agitarti e non reagire istintivamente agli attacchi, gli insulti e le offese che ti fanno, tu vali di più, sei più grande, e l'urgenza presente è molto più profonda di quello che ti preoccupa in questo momento. L'unico modo per rispondervi è avere fede nel Dio che per salvare il mondo si è fatto ammazzare da quelli che voleva salvare. E così li ha salvati davvero. Non c'è altro metodo, ti assicuro."   
Se questo intervento di mio padre mi suscita un'irritazione tale che io preferirei vederlo morto piuttosto che venire così contraddetto - e che questo desiderio sorga in simili circostanze non è un'ipotesi così peregrina, dal momento che per esempio a san Benedetto i suoi monaci diedero una coppa avvelenata sperando così di risolvere i loro problemi, lui non morì e qui sopra potete ammirare con che espressione guarda i serpenti che escono dal calice - allora DEVO domandarmi: ma io a chi appartengo?

E dalla risposta non dipende l'ordinamento giuridico dell'Italia e dell'Europa allo sbando, non dipende il mio amor proprio ferito e la confusione in cui sono immerso, ma dipendo io.

Ida