Allego la lettera che ho scritto a Papa Francesco, in copia a Davide Prosperi e al Card. Farrell.
Il testo del discorso è stato corretto nella versione italiana, sul sito del Vaticano e su quello di CL, ma le versioni in altre lingue restano, ad oggi, non corrette. Quella inglese, ad esempio:
Occorre leggere con attenzione il testo di don Giussani che il discorso di Papa Francesco cita: l'affermazione "un carisma va istituzionalizzato" va in direzione contraria a quello che lui propone, e cioè che "La gerarchia non ha il monopolio dei carismi, ma possiede il carisma del discernimento e dell’ordinazione di tutti i carismi al bene comune della Chiesa."
Perché ci sia dialogo, cosa che auspico con tutto il cuore, occorre che si riconosca l'originalità, la libertà, del proprio interlocutore.
Cari saluti,
Ida
Sua Santità Papa Francesco
Residenza Santa Marta
Piazza Santa Marta
00120 Città del Vaticano
Massagno, 18 ottobre 2022
Carissimo Santo Padre,
Sono felice di avere l’occasione di ringraziarLa personalmente delle parole che ha rivolto al movimento
di Comunione e Liberazione lo scorso 15 ottobre. Mi ha profondamente commossa la Sua richiesta di aiuto,
e Le voglio assicurare che con mia mamma preghiamo per Lei e per i bisogni di tutta l’umanità ogni mattina.
Devo segnalare un errore incorso nella pubblicazione del discorso da Lei pronunciato, tanto sul sito vaticano
che su quello di CL. Nel discorso da Lei pronunciato, la citazione dal testo di Giussani pubblicato su Littere Communionis del novembre 1985 è la seguente:
Con parole di don Giussani possiamo affermare che «è un’esigenza irrinunciabile dell’incarnazione
questo continuo scambio tra istituzione e carisma. In nessun modo questo rapporto tra grazia e libertà
può essere pensato in alternativa dialettica, quasi che l’istituzione non sia il carisma e che il carisma
non abbia bisogno dell’istituzione. Un carisma va istituzionalizzato. E un’istituzione deve mantenere
la dimensione carismatica. Essi sono alla fine l’unica realtà della Chiesa. Si potrebbe forse pensare
l’organismo umano senza lo scheletro che lo sostiene? Così non è pensabile che la Chiesa viva senza
istituzione»
Nell’originale pubblicato nel 1985, il testo è però:
« È un’esigenza irrinunciabile dell’incarnazione questo continuo scambio tra istituzione e carisma.
In nessun modo questo rapporto tra grazia e libertà può esser pensato in termini di alternativa dialettica,
quasi che l’istituzione non sia carisma e che il carisma non abbia bisogno dell’istituzione. Essi sono alla
fine l’unica realtà della Chiesa. Si potrebbe forse pensare l’organismo umano senza lo scheletro che lo
sostiene? Così non è pensabile che la Chiesa viva senza istituzione.»
Le parole
«Un carisma va istituzionalizzato. E un’istituzione deve mantenere la dimensione carismatica.»
sono da Lei state pronunciate a braccio durante la lettura del testo. Credo che sia un errore grave virgolettare anche
queste, perché un dialogo esige che venga tenuto conto di entrambi i partecipanti, altrimenti si riduce a un
monologo la cui forza di convincimento si riduce, col tempo, a zero.
Ho deciso di scriverLe perché la verità è irrinunciabile tanto per l’unità fra i figli di Dio quanto per la loro libertà.
Manderò questa lettera anche al Prof. Davide Prosperi e al Card. Kevin Farrell, che sono oggi responsabili
di questo dialogo.
Con grandissimo affetto,
Ida