martedì 11 febbraio 2014

venerdì 7 febbraio 2014

Gli universitari di Fribourg: l'aborto non è una questione privata, la vita non è una questione privata!

Ringrazio i ragazzi di Fribourg che si son presi la briga di proporre il loro pensiero, che si capisce essere stato meditato. Anche solo semplicemente questo piccolissimo gesto è un'attività del tutto rivoluzionaria. 

ABORTO: AL CUORE DEL PROBLEMA, L’EVIDENZA DIMENTICATA

Domenica 9 febbraio i votanti svizzeri saranno chiamati ad esprimersi su un'iniziativa popolare che si propone di escludere dalle prestazioni delle assicurazioni malattie il rimborso delle interruzioni di gravidanza. La proposta, pur nascendo dalla giusta preoccupazione di non partecipare al finanziamento di una pratica che si percepisce come inaccettabile, nella sua formulazione risulta per molti punti ambigua: l’aborto non è infatti un problema privato, bensì l’esito di una situazione drammatica, vissuta il più delle volte nella solitudine, dove il dramma non sta appena nella scelta di abortire, ma la precede.

Ma oggi l'indifferenza diffusa ha fatto dell’aborto una banale routine, tanto da essere concepito ai più come un normale sistema per evitare gravidanze indesiderate. L'iniziativa ha perciò il merito di riaprire il dibattito su di un istituto contrastato, a cui ci si è nel tempo assuefatti. Il cuore del problema è infatti un altro. Uno sguardo leale non può non  riconoscere che l'evidenza prima della realtà è che nessuna vita si è fatta da sola, che l'uomo- ogni uomo- prima non c'era  e ora c'è, che nessun uomo per quanto potente o pieno di successo si è dato la vita da solo. La vita in questo senso è un dato, che propriamente significa regalo. Il punto più alto della coscienza umana è il porsi seriamente di fronte a questa verità ineluttabile.

La pratica sistematica dell'aborto è la negazione di questo dato. È così vera l'affermazione di Papa Francesco «Il primo diritto di una persona umana è la sua vita». Ma questo è ragionevolmente vera non solo per i cristiani, ma per tutti gli uomini. Una società che approvi l'aborto odia ultimamente se stessa. È fondata sull'egoismo e sulla comodità personale: da una parte nella ricerca del piacere a corto termine deresponsabilizzato, dall’altra nella pretesa di decidere quale bambino debba o non debba vivere. Tale società è essenzialmente caratterizzata da una scarsa fiducia nel fatto che la vita dell’altro possa essere felice ed essere un bene per chi l’accoglie. Le conseguenze di questa visione sono sotto gli occhi di tutti nella grande crisi depressiva di cui soffre il continente europeo.

Per la sua natura di dono ogni singola vita umana è di per sé promessa ed ha una prospettiva ben aldilà di quanto uno sguardo fatalisticamente deterministico possa immaginare: ogni vita vale la pena, non spetta all'uomo decidere quale.

 UNIVERSITARI DI COMUNIONE LIBERAZIONE – FRIBOURG

L'ideologia "gender" spiegata dai vescovi polacchi ai fedeli durante la messa del 29 dicembre, festa della Sacra famiglia

Questo scritto è stato letto, così mi è stato detto, ma non sapendo il polacco non ho potuto verificare la fonte, in tutte le chiese della Polonia domenica 29 dicembre, festa della Sacra Famiglia. 
A lato, il gruppo scolpito da Gaudì, sul frontone della cattedrale di Barcellona dedicata alla Sagrada Familia .

Carissimi in Cristo Signore! Sorelle e Fratelli!

Ogni anno nell'ottava della Natività viviamo la domenica della Santa Famiglia. Rivolgiamo i nostri pensieri alle famiglie e facciamo una riflessione sulla situazione della famiglia moderna. Il Vangelo di oggi mostra come la famiglia di Nazareth abbia cercato di leggere e di adempiere la volontà di Dio in situazioni difficili.
Questo atteggiamento è diventato per lei fonte di nuova forza. È per noi un indizio importante che ancora oggi l'obbedienza a Dio e alla sua volontà è una garanzia di felicità in famiglia.
Il beato Giovanni Paolo II, del quale si prepara la canonizzazione, ricorda che la verità sul matrimonio "tra-
scende la volontà degli individui, i progetti spontanei delle coppie, le decisioni degli organismi sociali e go-
vernativi" [1]. La verità va cercata in Dio, perché "Dio stesso è l'autore del matrimonio" (Concilio Vaticano II,  Gaudium et spes, 48; Paolo VI, Humanae vitae, 8). Dio ha creato l'uomo maschio e femmina, rendendoli un dono reciproco imprescindibile. Ha poggiato la famiglia sul fondamento del matrimonio indivisibile ed esclusivo. Ha deciso che proprio una tale famiglia sarà l'ambiente giusto per lo sviluppo dei bambini, fornirà
loro la vita e garantirà lo sviluppo materiale e spirituale.
La visione cristiana rivela il più profondo ed interiore significato del matrimonio e della famiglia.
Rifiutare questa visione porta inevitabilmente alla distribuzione delle famiglie e al disastro umano [2]. Come
mostrato nella storia dell'umanità, il disprezzo del Creatore è sempre pericoloso e minaccia il futuro felice
dell'uomo e del mondo. Il disprezzo della volontà di Dio nella famiglia porta ad un indebolimento dei legami
tra i suoi membri, alla formazione di varie patologie nelle case, dalla piaga del divorzio fino al cosiddetto
"libero" scambio praticato fin dalla giovinezza, spesso con il tacito consenso o l'approvazione dei genitori.
Ciò si traduce in una mancanza di apertura della coppia al dono della vita, il cui frutto sono effetti demografici negativi. Con preoccupazione osserviamo la crescente accettazione sociale di questi fenomeni.
È comprensibile, quindi, che deve risvegliare la nostra massima preoccupazione anche il tentativo
di cambiare il concetto di matrimonio e di famiglia, imposto oggi soprattutto dai sostenitori dell'ideologia di
genere e pubblicizzato dai media. In considerazione dei crescenti attacchi contro i diversi settori della vita
familiare e sociale, ci sentiamo in dovere da una parte di difendere fermamente e inequivocabilmente il
matrimonio e la famiglia, e i valori fondamentali che la tutelano; dall'altra di mettere in guardia contro i pericoli del promuovere questa nuova visione. Incontriamo atteggiamenti diversi nei confronti delle attività svolte dai seguaci dell'ideologia di genere. La stragrande maggioranza non sa che cosa sia questa ideologia, quindi non percepisce alcun pericolo. Un piccolo gruppo di persone - in particolare insegnanti, genitori ed educatori, compresi i catechisti e gli operatori pastorali – tentano di cercare modi costruttivi di prevenzione. Infine ci sono quelli che, vedendo l'assurdità di questa ideologia, ritengono che i polacchi debbano rifiutare un'offerta di visioni utopiche. Nel frattempo, l'ideologia di genere, all'oscuro e senza il consenso della società polacca, da diversi mesi è entrata nelle varie strutture della vita sociale: educazione, salute, attività di istituzioni culturali ed educative e ONG. I contenuti dei media si concentrano principalmente sulla promozione della parità e la prevenzione della violenza, ignorando gli effetti di vasta portata di questa ideologia pericolosa.

1. Cos'è l'ideologia del genere e perché è così pericolosa?

L'ideologia di genere è il risultato di decenni di trasformazione ideologica e culturale, saldamente radicata
nel marxismo e nel neo-marxismo, promossa dal movimento femminista sempre più radicale e dalla rivoluzione sessuale iniziata nel 1968. Essa promuove principi totalmente contrari alla realtà e alla tradizionale
comprensione della natura umana. Essa dice che il sesso biologico è puramente culturale, che nel tempo si
può scegliere, e che la famiglia tradizionale è fardello sociale obsoleto. Secondo l'ideologia di genere l'omosessualità è innata, e i gay e le lesbiche hanno il diritto creare coppie che saranno il fondamento di un nuovo tipo di famiglia, e anche di adottare e crescere figli. I promotori di questa ideologia sostengono che ogni persona ha diritti riproduttivi, compreso il diritto di modificare il sesso, la fecondazione in vitro, la contraccezione e persino l'aborto.

L'ideologia di genere, nella sua forma più radicale, considera il sesso biologico come una sorta di violenza
contro la natura umana. Secondo questa ideologia, "l'uomo è imprigionato nel sesso" e dovrebbe liberarsi.
Negando il sesso biologico, l'uomo guadagna "la vera libertà senza restrizioni", e può scegliere il sesso culturale, che si rivela solo nel comportamento esterno. L'uomo ha inoltre il diritto naturale di cambiare le
scelte entro i cinque sessi, quali quello gay, lesbico, bisessuale, transessuale ed eterosessuale.

Il rischio dell’ideologia di genere deriva essenzialmente dalla natura profondamente distruttiva sia contro la
persona sia contro le relazioni interpersonali, e quindi tutta la vita sociale. Un uomo privo di identità di genere perde il senso della sua esistenza, non è in grado di scoprire e svolgere i compiti che incontra nel suo sviluppo personale, familiare e sociale, nonché i compiti relativi alla procreazione.

2. In quali settori è stata introdotta l'ideologia di genere?

L'ideologia di genere viene introdotta in Polonia in vari settori della vita sociale. In primo luogo attraverso la
legislazione. Vengono creati documenti che apparentemente servono a proteggere la sicurezza e il benessere dei cittadini, ma che hanno un contenuto fortemente distruttivo. Ad esempio, la Convenzione del Consiglio d'Europa contro la Violenza nei confronti delle Donne che, pur essendo dedicata all'importante questione della violenza contro le donne, promuove invece i cosiddetti "ruoli sessuali non stereotipati" e interferisce profondamente con il sistema educativo richiedendo il dovere di promuovere l'omosessualità e la transessualità. Nell'ultima parte dell'anno è stato creato un nuovo progetto sull'uguaglianza che amplia il
catalogo della non discriminazione comprendendo la "identità ed espressione sessuale". L'approvazione di
questo progetto riduce la libertà di parola e la capacità di esprimere opinioni religiose. Chiunque in futuro
oserà criticare propaganda omosessualista sarà esposto a conseguenze penali. Questa è anche una minaccia per i funzionamento dei media cattolici, e comporta la necessità di auto-censurarsi.
Nell'aprile 2013 sono state pubblicate le norme dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in materia
di educazione sessuale, che conducono ad una profonda depravazione di bambini e adolescenti. Esse promuovono, tra l'altro, la masturbazione per bambini in età prescolare e la scoperta della gioia e del piacere che provengono dal toccare sia il proprio corpo che il corpo dei loro coetanei. Gli elementi di questi standard sono sono attualmente in fase di attuazione – lo ripetiamo: per lo più senza la consapevolezza ed il
consenso dei genitori - come progetto sull'uguaglianza nella scuola materna, co-finanziato dall'Unione Europea. Le autrici di "Uguaglianza nella scuola materna" propongono, tra le altre cose, che i ragazzi giochino vestendosi come ragazze e viceversa, e che il resto dei bambini debba indovinare chi sono e spiegare perché. Questo progetto comprende molte altre controverse proposte simili.

Tali norme sono promosse in laboratori per insegnanti ed educatori, progetti nelle scuole, istituti scolastici
e università. In molte università in Polonia, quasi all'improvviso, sono nati corsi di studio sul genere (gender
studies). Si addestrano loro nuovi propagandisti di questa ideologia e si proclama che la famiglia è già obsoleta, e non importa se il bambino viene cresciuto da gay e lesbiche, perché anche in tali strutture è ugualmente felice, si sviluppa bene quanto un bambino cresciuto in una famiglia tradizionale. Si tace, tuttavia,
sulle ricerche i cui risultati indicano conseguenze negative o addirittura tragiche per le vite delle persone
che crescono in questo tipo di ambienti: tendenze suicide, problemi di identità, depressione, abusi o molestie sessuali.
L'ideologia di genere raggiunge anche il settore della cultura. Secondo le indicazioni dei suoi ideologi, nel
contenuto di film, serie TV, giochi, spettacoli televisivi e mostre sono usati – con l'aiuto di nuove tecniche di
manipolazione - personaggi e immagini che servono a modificare la consapevolezza sociale e la indirizzano
verso l'adozione dell'ideologia di genere.

Nel campo della medicina, invece, sono presenti attività che promuovono il diritto all'aborto, alla contraccezione, alla fecondazione in vitro, alla riassegnazione di sesso mediante la chirurgia e la terapia ormonale, così come la graduale introduzione di un "diritto" all'eutanasia e dell'eugenetica, cioè la possibilità di eliminare i malati, i deboli, i portatori di handicap che - secondo gli ideologi di genere - sono "difettosi". Ne consegue che l'uomo non conta più nulla, e il movente occulto è, in ultima analisi, il vantaggio economico.
Molto abilmente si tace il fatto che lo scopo dell'educazione di genere è l'erotizzazione dei bambini e degli
adolescenti. Suscitare la sessualità fin dalla tenera età porta, in verità, alla dipendenza nella sfera sessuale,
e nell'età matura alla schiavitù umana. La culture dell'uso dell'altra persona per soddisfare le proprie esigenze conduce alla degradazione dell'uomo, del matrimonio, della famiglia e, di conseguenza, di tutta la vita sociale. A seguito di tale formazione condotta dagli educatori sessuali dei giovani, il giovane diventa un cliente abituale di aziende farmaceutiche, erotiche, pornografiche, pedofile e abortiste. Inoltre la schiavitù
sessuale spesso è associata ad altre dipendenze (alcolismo, tossicodipendenza, gioco d'azzardo) e al danno
fatto a se stessi e agli altri (pedofilia, stupro, violenza sessuale). Tale educazione è niente di meno che lo
smantellamento della famiglia. Questa depravata opera di sessualizzazione, fondata sulla manipolazione, è
possibile perché la maggioranza dei genitori, educatori e insegnanti non ha mai sentito nulla in merito alle
attività di questi gruppi, né ha mai visto il materiale didattico da essi usato.

3. Cosa fare contro l'ideologia del genere?
Di fronte all'ideologia di genere è estremamente importante aumentare la consapevolezza delle minacce
che da esso scaturiscono, e ricordare i diritti fondamentali e inalienabili della famiglia, adottate, tra l'altro,
30 anni fa dalla Santa Sede nella Carta dei Diritti della Famiglia. È necessario intervenire per ricollocare il
matrimonio e la famiglia nella giusta posizione, consentire ai genitori di esercitare il loro diritto di educare i
figli in conformità con le proprie convinzioni e valori, fornire ai bambini l'opportunità di uno sviluppo integrale a casa e a scuola, e consentire ai rappresentanti della scienza la ricerca e la diffusione dei dati scientifici senza pressioni ideologiche.
La chiesa, che vigila permanentemente su ogni essere umano, non solo ha il diritto ma anche il dovere di
difendere i diritti naturali di Dio nella società. Quindi non può tacere contro i tentativi di propagare una ideologia che distrugge l'antropologia cristiana e la sostituisce con le sue utopie profondamente distruttive,
che distruggono non solo l'individuo, ma anche tutta la società. Né possono restare inattivi i cristiani impegnati in politica.
Rivolgiamo, quindi, un appello urgente ai rappresentanti dei movimenti religiosi e delle associazioni ecclesiali di intraprendere con coraggio azioni che serviranno a diffondere la verità sul matrimonio e sulla famiglia. Oggi più che mai c'è bisogno di educare gli ambienti che si occupano di educazione. È necessario educare i genitori, gli insegnanti, i responsabili della scuola polacca sul grande pericolo che va di pari passo con l'ideologia di genere. Bisogna fare queste cose soprattutto perché non si dice direttamente ai genitori che questa ideologia è già inserita nella scuola che il suo contenuto è rivestito di forme divertenti, apparentemente innocue e interessanti.
Ci appelliamo anche alle istituzioni responsabili della formazione polacca di non cedere alle pressioni di pochi, ma molto rumorosi, ambienti che dispongono di risorse finanziarie non indifferenti e che, in nome
dell'educazione moderna, effettuano esperimenti su bambini e giovani. Invitiamo le istituzioni educative ad
impegnarsi nella promozione di una visione integrale dell'uomo. A tutti i credenti chiediamo fervente preghiera per i matrimoni, le famiglie e per i bambini che in esse crescono. Chiediamo allo Spirito Santo che ci dia continuamente luce per capire e riconoscere i pericoli e le minacce che pesano sulla famiglia oggi. Preghiamo anche per il coraggio di essere persone di fede e valorosi difensori della verità.

In questo lavoro ci aiuti spiritualmente la Sacra Famiglia di Nazareth, dove è cresciuto il Figlio di Dio - Gesù
Cristo.

In questo spirito vi benediciamo.

Firmato dai pastori della Chiesa cattolica in Polonia
Festa della Santa Famiglia, Domenica 29 Dicembre 2013

sabato 1 febbraio 2014

Nota del vescovo di Fribourg sul referendum per il finanziamento privato dell'aborto

Il vescovo di Fribourg, Losanna e Ginevra formula questa riflessione sul referendum intitolato "Il finanziamento dell'aborto è una questione privata". La pagine web della dicoesi la riporta:

Suite à diverses sollicitations de paroissiens et de prêtres, l’évêque de Lausanne, Genève et Fribourg, Mgr Charles Morerod, livre son point de vue sur l’initiative populaire fédérale: 'Financer l'avortement est une affaire privée’, objet de votation du 9 février. Une initiative qui propose des arguments ambigus pour la défense du droit à la vie.
Lire également :

Per facilità di lettura, ecco il testo del vescovo:

Diocèse de Lausanne, Genève et Fribourg  
Evêché, Rue de Lausanne 86, case postale 512, CH - 1701 Fribourg 
T : +41 26 347 48 50, F : +41 26 347 48 51 
Un « oui » tout comme un « non » posent problème 
On me demande de plusieurs côtés et dans plusieurs sens pourquoi les évêques suisses n’ont pas 
conseillé de soutenir l’initiative « Financer l'avortement est une affaire privée ». Je peux répondre 
à cette question en mon nom. 
Cette initiative a certes un grand mérite. Elle invite à réfléchir à ce que signifient la banalisation de 
l’avortement et le traitement de la grossesse comme une maladie (puisque remboursée par 
l’assurance-maladie). Le pape François vient de qualifier cette banalisation de l’avortement de 
« culture du déchet ». L’avortement est un indice d’une société sans grande espérance… 
L’initiative revient pourtant à affaiblir l’opposition à l’avortement, parce que l’ensemble de la 
formulation est déficiente : 
1. Son titre même indique que l’avortement est une affaire personnelle : elle accepte donc 
l’argument le plus courant des défenseurs de l’avortement (le libre choix de la seule mère), et 
c’est faux parce que dans tous les cas il y a aussi au moins un enfant et un père, pour ne rien 
dire des grands-parents. Il ne s’agit pas que du titre. En cas d’assurance complémentaire pour 
financer l’avortement, celle-ci ne serait payée que par des femmes, comme si le père n’avait 
rien à voir avec la grossesse. Je retiens la question d’un père de famille : « Si ma fille – 
adolescente – rentre enceinte et me dit qu’elle va avorter, que c’est son affaire personnelle, 
que je n’ai donc rien à dire et que c’est la position soutenue par l’Eglise, je lui dirai quoi ? » 
Comme souvent, dans les polémiques, on finit par adopter inconsciemment la position 
adverse, mais c’est une victoire à très court terme. 
2. L’initiative ne met pas en cause l’avortement des autres, seulement le fait d’y participer par sa 
propre assurance-maladie. Il s’agit là d’un compromis qui affaiblit à court et long terme la 
position des défenseurs du droit à la vie. 
3. Participer, par l’assurance et les impôts (en ce qui concerne leur application au réseau 
hospitalier), au système de santé ne signifie pas participer à l’avortement, parce que le but de 
l’assurance et des impôts n’est pas de provoquer l’avortement, mais de sauver des vies… 
Bref, cette initiative défend une belle cause avec des moyens en partie contradictoires. C’est 
pourquoi une recommandation positive ou négative serait ambiguë. J’espère que la faiblesse de la 
formulation ne sera pas un auto-goal… 
Dans ce domaine, les défenseurs du droit à la vie doivent d’abord chercher à convaincre, aider les 
femmes qui hésitent à avorter en leur donnant la possibilité durable de recevoir leur enfant et de 
l’élever, ainsi que montrer les conséquences de l’avortement, grâce à la longue expérience d’aide 
aux femmes blessées par un avortement passé. 
Fribourg, le 20 janvier 2014 
+ Charles Morerod 
évêque de Lausanne, Genève et Fribourg

Messaggio di Mons. Valerio Lazzeri, vescovo di Lugano, al momento dell'annuncio della sua elezione

Dal sito della diocesi di Lugano riprendo il testo dell'intervento del nostro nuovo vescovo, don Valerio Lazzeri
MESSAGGIO DEL VESCOVO ELETTO

Eccellenza, caro don Mino,
Cari confratelli nel ministero,
Voi tutti, amici qui convenuti per questo annuncio tanto atteso,

Evidentemente, posso solo provare a dirvi alcuni dei miei sentimenti di questo momento. Naturalmente, c'è anzitutto in me il fremito di fronte all'evidente sproporzione tra la mia persona e il compito che le viene affidato. Subito però anche mi nasce dentro la commossa e viva gratitudine per la fiducia che mi viene accordata.

Sono grato anzitutto al Signore per la sua chiamata, che accolgo sapendolo incrollabilmente fedele a ogni sua promessa. Ringrazio poi il Santo Padre, Papa Francesco, e tutti coloro che con Lui hanno voluto vedere in me la possibilità - lontanissima da ogni mia immaginazione - di affidarmi questo servizio nella Chiesa che è a Lugano: una follia, vi confesso, per quello che conosco di me stesso, ma anche - ho subito pensato - una straordinaria occasione offertami per esprimere concretamente, in un nuovo e più impegnativo servizio, tutto il mio amore per
questa realtà diocesana, in tutte le sue varie componenti. Nel suo grembo, sono nato alla fede, sono stato nutrito e fatto crescere in Gesù Cristo, sono stato accompagnato al ministero. Ora è per me il momento della mia fattiva riconoscenza.

Esprimo poi il mio grazie a Lei, carissimo don Mino, per la Sua affettuosa, sempre paterna, e ora anche fraterna, vicinanza. Ricevo dalle Sue mani operose un campo, certo, molto complesso, articolato, non facile da lavorare, ma anche ricco e affascinante. So con certezza, fin d'ora, che molte delle realtà buone che mi sarà dato di incontrare sono il frutto della sua straordinaria dedizione e della sua indefessa fatica pastorale di questi dieci anni. Mi viene in mente Eliseo, che con audacia chiese di ricevere due terzi della forza di Elia, suo maestro. Da parte mia, sarei grato al Signore di avere anche solo un terzo del fuoco generoso del mio predecessore!

La Sacra Scrittura, infine, come sempre, anche in questa circostanza mi è di grande conforto.
Ho trovato in essa le parole del mio motto episcopale. Nel libro del Siracide, dove si danno le indicazioni per i banchetti: "Se ti hanno fatto capotavola, non esaltarti. Comportati con gli altri come uno di loro. Pensa a loro e poi mettiti a tavola; quando avrai compiuto il tuo dovere, accomodati per far festa con loro... Parla, o anziano, poiché ti si addice, ma con saggezza, e non disturbare la musica" (Sir 32,1-5). "Non impedias musicam".

È il monito che mi pare di dover tenere sempre davanti agli occhi. Mi ricorderà costantemente che non ho scritto io la partitura di ciò che insieme dobbiamo suonare. E che in nessun modo mi appartengono gli strumenti. Avrò, certo, la parola a disposizione, per insegnare, santificare e governare, ma non per entrare in concorrenza con la musica da Dio solo pensata ed eseguita.
Da parte mia, da solo, posso unicamente promettervi di servirla, questa musica del Vangelo di Gesù Cristo, di non disturbarla nella sua armonia. Sono però convinto che insieme, con la forza dello Spirito Santo, potremo fare qualcosa di importante per rivelarne la bellezza, renderla udibile a tutti, farla riconoscere e - speriamo - sempre di più farla amare. Per questo, confido nella vostra amicizia e nelle vostre preghiere. Ci aiuti il Signore. Grazie di cuore a tutti!