domenica 26 giugno 2016

Papa Francesco non è andato al Sinodo ortodosso di Creta - non l'hanno invitato - ed è andato in Armenia. Perché? Per la storia.


Neanche il Patriarca della Chiesa apostolica Armena è andato a Creta, e non penso che sia stato invitato.

A Creta si riuniscono solo le Chiese ortodosse, cioè quelle fondate all'interno dell'Impero romano (Costantinopoli, Antiochia, Gerusalemme, Alessandria) e quelle nate dopo la svolta del 313 - quando Costantino fece cessare le persecuzioni dei cristani - dall'autorità del Patriarca di Costantinopoli (Russia, Bulgaria, Romania, Cechia, Serbia, Albania, Grecia, Cipro, Georgia e recentissimamente, la Polonia).

L'Armenia non ha mai fatto parte dell'Impero romano perché era al di fuori dei suoi confini e vi apparteneva solo in quanto regno "amico". Nel 451 gli Armeni non parteciparono al Concilo di Calcedonia: a convocarlo era stato l'Imperatore che, avendo un focus politico, aveva diramato l'invito solo alle Chiese dell'Impero.
Calcedonia condannò il monofisismo adottando formulazioni e terminologie greche e questo agli armeni non piacque - non avendo neppure potuto partecipare alla discussione. Così l'Armenia imboccò una sua particolare strada, in qualche modo parallela a quella dei Copti.
Neppure i Copti d'Egitto, una provincia-chiave dell'Impero romano, sono infatti stati convocati al Sinodo che si svolge in questi giorni a Creta perché anche per loro il legame con le Chiese imperiali si è rotto in seguito al Concilio di Calcedonia.

Le Chiese presenti oggi a Creta hanno un problema che ha a che fare con la loro storia, e specialmente con l'Impero romano, con l'Impero romano d'oriente, cioè con l'autorità politica, con il potere tout court.

Il papa non è andato a Creta ma è andato in Armenia, e in Armenia ha parlato di memoria, sempre, in ciascuno dei suoi interventi.
Certo intende la memoria dei massacri di fine 800 e inizio 900, ma è una memoria che arriva da molto più lontano, arriva da Calcedonia, perché in questi stessi giorni a Creta accade un miracolo: le Chiese ortodosse, le Chiese dell'Impero antico - tutte, tranne Roma che non è invitata -, vogliono parlare di nuovo insieme dopo un silenzio durato 1000 anni.

Andando in Armenia il papa mostra alle Chiese riunite a Creta che il problema non è "Roma sì-Roma no", ma in questione c'è la natura della Chiesa, che cosa sia la Chiesa. I risvolti sono moltissimi, da un rapporto veramente libero con il potere fino al fatto che prima di essere "ortodossa" la Chiesa è "apostolica", cioè prima di essere identificata da una dottrina lo è dalla storia che la riconnette agli apostoli, i testimoni dell'avvenimento di Cristo: l'Armenia si gloria di essere stata evangelizzata da Giuda Taddeo e Bartolomeo, i Copti hanno l'evangelista Marco.

Rispondendo alla domanda sulla natura della Chiesa si chiarisce anche il rapporto con l'autorità politica e con l'identità etnica del paese in cui è presente. A tema c'è la libertà della coscienza della Chiesa rispetto al potere. Andando in Armenia il papa pone agli ortodossi delle Chiese riunite a Creta questa domanda precisa. Il papa pone loro questa domanda facendo un gesto, un viaggio, e richiamando cosa sia la memoria. Il papa è un genio assoluto.

Ho scritto queste poche righe perché non ho trovato in nessuno dei commenti che ho letto un parallelo fra il viaggio del papa in Armenia e il Sinodo di Creta.

E perché è importante dire che la Chiesa, se è se stessa, è libera dal potere perché ha un'origine che lo precede, sia da un potere apparentemente "amico" come oggi in Russia o dissimulatamente "nemico" come in Occidente.

Un caro saluto
Ida